Olismo:L’arte di Emicida

Abstract

Abstract “Un bastoncino lo spezzi facilmente mentre un fascio è più difficile.” L’importanza del contatto e la prospettiva olistica nell’ultimo lavoro dell’artista brasiliano Emicida

Leonardo Pereira Liberati

Leonardo Liberati – Psicologo

Pubblicato sul numero 46 di Formazione IN Psicoterapia, Counselling, Fenomenologia

 

I primi capitoli della principale opera nella storia della psicoterapia della Gestalt, ovvero L’Io, la fame e l’aggressività1 di Perls, trattano di una tematica ancora oggi molto attuale: quella del rapporto tra mente e corpo.

L’impostazione dualistica e dicotomica occidentale ha radici nella formulazione razionalista di Cartesio2. Questo, vedeva la realtà come composita di due materie differenti: una pensata (res cogitans) ed una estesa (res extensa). Questa separazione è rimasta nel pensiero occidentale e soprattutto nella sua medicina.

Benché anche Ippocrate vedesse una continuità tra gli stati fisici e quelli psichici, tanto da chiamare “umori“ le sostanze che ne declinerebbero i cambiamenti, la medicina si è comunque evoluta in una prospettiva di riduzionismo fisiologico.

Di contro, la teoria Freudiana , inizialmente molto criticata, ha prodotto una serie interminabile di intellettualizzazioni che hanno intrapreso dei percorsi propri e paralleli a quelli fisici ed organismici.

Il merito che Perls attribuisce a Freud però, è quello di aver valorizzato un impulso come quello sessuale ed averlo fatto interagire con costrutti culturali castranti.

Perls riconosce nella sessualità non tanto un bisogno, quanto un desiderio, dando il primato dei bisogni a quello della conservazione e crescita dell’organismo tramite la fame, l’alimentazione.

In questo introduce il concetto di visione olistica ed è di questo che tratteremo in questo articolo, tramite un Cicerone inaspettato.

Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 l’artista, rapper e imprenditore brasiliano Leandro Roque de Oliveira, in arte Emicida ha pubblicato il suo terzo album ufficiale, dal titolo di Amarelo, un gioco di parole tra la parola amarelo che significa “giallo” e l’unione delle due parole amar cioè “amare”e elo che significa “anello di una catena” ,il legame dell’amore, quello che collega tutto.

Parlando di legami intende quelli chimici in questo senso, che stanno alla base appunto di tutte le strutture. Tutti i legami della biologia sono legami d’amore in questo senso: di elettroni di valenza, di elettronegatività che fa sì che atomi si uniscano tra di loro e compongano delle molecole, che si uniscano tra di loro e compongano dei composti organici, che si uniscano tra di loro e compongano degli organi, che si uniscano tra di loro e compongano dei sistemi e così via..

L’album è poi stato seguito da una serie di podcast e video su youtube che trattano soprattutto della consapevolezza e fanno un excursus in generale su tutta quella che per esempio è la medicina ayurvedica e sulla relazione ( l’anello d’amore) tra il corpo e la mente.

A questo materiale uscito sulle piattaforme social, si è aggiunto poi un documentario nel 2021, pubblicato insieme ad una canzone con un storico artista brasiliano di nome Gilberto Gil. Il documentario che si chiama “il resto è storia” , visibile su Netflix italiano .

Parte da un concerto nel teatro municipale di San Paolo, un teatro un po’ come la Scala di Milano in Italia, frequentato da un certo tipo di pubblico, una certa classe sociale ed certo tipo di musica, la classica.

Lui invece venendo dal rap, ha portato persone che abitavano nelle periferie, persone nere, in un posto in cui non avrebbero mai messo piede nella loro vita.

Il documentario parte dal concerto ed usa questo come spunto per poter parlare della sua carriera e questa per parlare del contesto da cui lui è venuto e questo per parlare prima del rap in Brasile, poi la storia delle favelas del Brasile, e come una matrioska della storia della musica nera brasiliana, dell’arrivo degli africani in Brasile in una storia di resilienza e consapevolezza rivolta al benessere che ha uno spirito terapeutico unico.

Tutto in un clima giocoso e di leggerezza che è ben lontano dall’atmosfera tipica critica e aggressiva del mondo del rap. Infatti quello che Emicida cerca di fare e di distaccarsi dall’identificazione con la sofferenza, che la sua classe sociale ed etnia sperimenta e si porta dietro.

Permettete a me di parlare

non alle mie cicatrici

Loro sono personaggi secondari

No, meglio, comparse

Chi non dovrebbero nemmeno essere qui

Permettete a me di parlare

non alle mie cicatrici

Tanto dolore ci ruba la voce

Sai cosa è rimasto di noi?

Bersagli andando in giro per il mondo

Permettete a me di parlare

non alle mie cicatrici

Se si parla del vivere

Riassumere me con la mia sopravvivenza

È rubare quel poco di buono che ho vissuto

Infine, permettete a me di parlare

non alle mie cicatrici

Pensare che queste ferite mi definiscano

È il peggiore dei crimini

È dare un trofeo al nostro carnefice e farci sparire3

Principia: contatto

Uno dei capisaldi della psicoterapia della Gestalt è il concetto di contatto. Questo è definito come il margine tra il bisogno di unione e quello di indipendenza in uno spazio che danza tra l’essere personale ed impersonale. Muovendosi su questa duplice dimensione, il contatto avviene sul confine di una zona piú sicura, come l’io ed una più rischiosa come l’altro. Per questo motivo in questa relazione nascono le difese e resistenze alcune delle quali possiamo anche chiamare come specializzazioni caratteriali.

La prima traccia dell’album prende il titolo da uno scritto di Isaac Newton, Principia Matematica, che l’artista vede come una metafora del rapporto che vi è tra i corpi nello spazio, ma non soltanto. Il podcast inizia con un insight che lo porta a rendersi conto di quanto ognuno di noi faccia parte di un sistema infinitamente più grande, il sistema che è fatto di relazioni tra i corpi nello spazio.

Il concetto di Newton è che quando un corpo entra in contatto con un altro corpo, entrambi ne escono cambiati. In questo il contatto non è solamente con altri individui ma è con ogni elemento del nostro pianeta, per questo sono molto importanti quella che la gestalt conosce come funzioni del contatto, il contatto con ogni cosa.

Per cui affinché un sistema funzioni, è importante che tutte le parti stiano bene, che tutte le parti si sostengano vicendevolmente.

-Se un’ape muore, noi non abbiamo da mangiare, se le piante morissero, noi non avremmo aria da respirare-4, per cui è tutto quanto connesso. Una cattiva idea può moltiplicarsi nella mente di un individuo e diventare depressione e creare tutta una serie di altri problemi. Come abbiamo visto la formazione del carattere e tutte le coazioni a ripetere che possiamo reiterare, ma anche una cellula malata può dividersi e formare un tumore, può dare metastasi e portare alla morte dell’intero sistema, in questo parallelismo tra tumore e depressione.

Questo apre a una prospettiva olistica molto cara anche a Perls e alla gestalt, il rapporto appunto tra alimentazione, che appunto Perls ha messo al centro nell’Io,la fame e l’aggressività e nel ruolo della masticazione ma anche dell’alimentazione in questo senso sana, in cui si può digerire ciò che si sta mangiando, si può digerire fisicamente ciò che si sta mangiando ma anche psichicamente ciò che si sta vivendo ed assimilarlo, senza dover introiettare e dover compensare con insaporitori chimici per coprire il disgusto ( ecco un perché dei modi esuberanti e della droga nelle favelas).

Il podcast è diviso in quattro movimenti: il primo riguarda la pace e il rapporto col corpo nella prospettiva olistica, in quello che è il ciclo del contatto e dell’alimentazione, in cui abbiamo un organismo in uno stato di quiete, di pace e di equilibrio, poi vi è una perturbazione e un bisogno di energia che richiede soddisfazione.

Il corpo non è soltanto fame ma anche il latore di qualsiasi forma di aggressività, dell’andare a fare, dell’andare a cambiare.

Immaginiamo di vivere in un contesto in cui i nostri occhi si siano abituati a brutture, in cui i nostri bisogni non abbiano modo di essere soddisfatti e come pensiamo che possa uscire l’aggressività se non in agiti di violenza e prevaricazione? Introiezioni di inferiorità rispetto a chi abbia un colore di pelle più chiaro, rispetto a chi abbia un’arma in mano. Comunità che crescono ingoiando e ingoiando.

Per questo il corpo va curato anche nell’attività corporea in questo senso e anche questa è una tematica fondamentale per quanto riguarda la salute di cui si parla all’interno di questo podcast.

Zittisci la stanchezza

Ricostituisci il legame

Offri un abbraccio caldo

La musica è solo un seme

E il sorriso è l’unica lingua che tutti capiscono

La canzone seguente si chiama L’ordine naturale delle cose e descrive l’inizio della routine di una persona comune che sta per andare a lavorare.

È come se fosse in una sorta di dormiveglia, la persona che si sveglia e tutto quanto è in armonia. È l’ordine naturale delle cose, gli uccellini che cinguettano, il sole che piano piano si alza, il silenzio per la strada, ma anche il rumore leggero di qualche macchina che sta passando, la sveglia che suona, il rumore delle stoviglie quando ti accingi a fare colazione e l’acqua che scende dalla doccia per prepararti, è un continuum di consapevolezza molto caro anche a Claudio Naranjo5soprattutto.

La focalizzazione sulle cose piccole del della vita quotidiana che vengono spesso perse nella nostra corsa, è una ripresa del contatto.

Il terzo brano si chiama Piccole allegrie della vita adulta e notiamo come il bambino riesca a giocare ad avere contatto più intimo, più facile con ogni cosa, mentre l’adulto fatichi molto più nel farlo, perché proiettato sempre verso qualcos’altro: è proiettato nel futuro, è proiettato nel passato, è proiettato in un altro posto, in un’altra zona, verso persone che non sono presenti in questo momento.

Questa canzone porta l’attenzione esattamente come potrebbe fare la mindfulness, a tutte delle piccole sensazioni che non sono grandi eventi nella vita quotidiana ma che richiamano appunto a un contatto, una presenza nel qui ed ora, consapevolezza che si rivela fondamentale per l’accettazione dell’ordine naturale delle cose che è nel principio.

Ecco la medicina per gli introietti e le compensazioni luccicanti, la consapevolezza del contatto con le piccole cose che sono l’allegria della vita adulta.

Paisagem: vuoto fertile

Il percorso che come nella più comune delle meditazioni è partito dall’aver portato l’attenzione sul contatto con la terra, seguito poi dall’accesso del momento presente, fino alla pratica della gentilezza nei confronti della propria routine, per riscoprirne i piccoli piaceri, ci ha condotto ad una riduzione trascendentale di husserliana memoria6: tutti siamo corpo e il resto è tra parentesi.

Husserl definiva il corpo come leib, latore di sensazioni ed esperienze. Sartre, invece instaurava con il corpo una relazione esistenziale che si poneva come prima alterità, primo oggetto nel mondo che poteva essere guardato dall’altro.

Emicida, parte dal corpo come base per la pace necessaria per compiere qualsiasi impresa.

Questa pace, altro non è che il punto zero, quello in cui il pensiero differenziale è ancora assente. Questo punto, viene enfatizzato da Claudio Naranjo, che lo definisce come indifferenza creativa o più esistenzialmente, vuoto fertile.

Un vuoto, che sarebbe come il nulla sartriano, ovunque e matrice di ogni cosa.

Il secondo episodio del podcast si concentra sul concetto di chiarezza, quella chiarezza che riesci ad avere dal momento che ti sei lanciato nel continuum di consapevolezza di ciò che senti ciò, che pensi, ciò che fai, ciò che senti su ciò che hai fatto, ciò che pensi su ciò che senti e via e via via in questa catena continua, questo amarelo.

La canzone successiva parla dell’amicizia e della gratitudine come l’amicizia tra idrogeno ed ossigeno che se presenti anche su Marte, dovrebbero essere indice di vita.

Paisagem invece, significa paesaggio e si concentra su qualcosa che spesso tralasciamo. Il poeta italiano Giacomo Leopardi nella sua celebre poesia L’infinito, iniziava così -sempre caro mi fu quest’ermo colle che da tanta parte il guardo esclude- parlando di un colle che si gli si posava e gli si parava davanti e che non gli permetteva di vedere l’infinito. Perls quando parlava della psicanalisi, parlava del fatto che questa producesse semplicemente feci di tre tipi che rappresentavano vicendevolmente quelle che erano le grandi intellettualizzazione.

Nella canzone parla di esattamente di questo, di come tante tecnologie, tante cose che ci portano lontano da quelle piccole cose della quotidianità ci allontanino dalla contemplazione di quel paesaggio, dal contatto profondo che possiamo avere con quel paesaggio.

La canzone successiva, di cui non tradurrò il titolo, è una canzone in cui l’artista gioca con sua figlia, tornando al fatto che i bambini riescano ad avere meglio di adulti esperienze di contatto anche con la fantasia, il circolo ermeneutico.

I bambini non sembrano aver bisogno di liberare alcuna scrivania per fare spazio al vuoto fertile, perché già ne vivono immersi, in cui danno inizio alla mitopoiesi, anche sublimando un trauma e trasformandolo in un tratto caratteriale funzionale in quel momento così fluido e il più delle volte dannoso per un adulto piú rigido ed incapace di inventarsi nulla di nuovo per far fronte al qui ed ora.

Nel secondo episodio del podcast ci si concentra di più sul concetto di salute mentale e della chiarezza che concerne l’uscita dall’empasse e che permette di fluire nelle possibilità di contatto.

Amarelo: topdog

Il terzo episodio del podcast parte dal fatto che siamo animali che hanno complicato il modo di arrivare a soddisfare i loro bisogni ma in quanto animali, in quanto scimmie, abbiamo sempre e comunque bisogno della nostra banana.

Esattamente come nella prospettiva olistica di Perls, Emicida cerca di riportare il suo pubblico al fatto che ci siamo dimenticati di essere comunque degli animali che vivono per nutrirsi, che lavorano, che si riposano e che fanno di tutto per poter andare a fare la spesa e continuare a nutrirsi e sopravvivere.

Perls parla di retroflessione, quando non si riesce a raggiungere un proprio obiettivo e sostanzialmente ci si limita e si vira su qualcos’altro. L’esempio più famoso è quello della sindrome del succhiotto in cui si ha l’impressione di star masticando qualcosa mentre invece non lo si sta facendo. La creazione di tutta una serie di sovrastrutture che fanno sì che non possiamo raggiungere quell’obiettivo, ma che creano una serie di convinzioni che ci permettano di mantenere il controllo su tutta quanta la nostra realtà in questo senso.

La canzone amarelo , che da il nome all’intera opera, parla di quelle che sono le stigmate che ognuno di noi porta, le croci, le cicatrici.

Il problema non è nelle cicatrici lasciate dal dolore ma nella nostra identificazione con lo stesso. Ekhart Tolle7 parla di corpo di dolore, quasi come se fosse un’altra entità con la quale ci identifichiamo e che continuiamo a nutrire nell’arco della nostra vita.

Gli effetti di tutto ciò sono comprensibili a partire da questa metafora.

Immaginiamo di romperci un piede. Il medico dopo una lastra, ci fa mettere il gesso e camminare con le stampelle. Questo è estremamente utile in quella data situazione. Ma cosa accadrebbe se non volessimo più toglierci quel gesso e continuassimo ad usarlo più del dovuto?

Come primo fenomeno avremmo dei problemi con la pelle sotto il gesso.

La pelle è il principale confine dell’io, quello su cui avviene il contatto ed una pelle “problematica” non permetterebbe di stabilirne uno soddisfacente.

Inoltre, avrebbe ripercussioni anche sul sistema scheletrico e muscolare, dato che una postura condizionata dal dolore sarà deformata ed a lungo andare potrebbe evolvere in problematiche ulteriori.

Il gesso e la cattiva postura possono essere intese come la specializzazione caratteriale. Ad esempio un carattere “ingessato” può essere utile nel momento in cui dobbiamo avere a che fare con una qualche lesione e dobbiamo recuperare e far rimarginare le ferite.

Amarelo parla del gesso che le persone nere e delle favelas sono costrette a mettersi intorno per sopravvivere in una realtà di violenza e carenze.

Mi viene in mente un episodio accaduto ad un altro gruppo rap di San Paolo, negli anni ‘90. Il gruppo Facção Central , fu censurato per l’unico videoclip che aveva accettato di produrre su richiesta di Mtv. Il video era stato girato da un reporter d’inchiesta, in una favela di Rio de Janeiro in cui c’era stato da poco uno scontro tra bande rivali. Il video mostrava le condizioni della strada, con gli scalini sporchi di sangue che lo stato non si è premurato di pulire. Su quei gradini, tutti i giorni passavano bambini per andare a scuola.

La televisione pubblica censurò il video, accusando il gruppo di urtare le coscienze più sensibili come quelle di anziani e bambini.

La posizione del gruppo fu molto chiara – perché mio nipote o mia madre devono sentire la puzza di cadavere e schivare le gocce di sangue per andare a scuola ed a lavoro, mentre i vostri devono essere tutelati anche da ciò che passa su uno schermo? Loro possono spegnere la televisione, i nostri bambini no.-

Questo è un piccolo esempio di trauma ed incuria da parte della società a cui è sottoposto il pubblico tipico dell’artista e lo stesso.

Ma questo lavoro offre la possibilità, esattamente come ha fatto col suo concerto, di trovarsi esattamente dove non era previsto che fossero, tramite lo studio, tramite la crescita personale e l’approfondimento di una consapevolezza che si rivela fondamentale in tutto ciò che è stato narrato finora.

Il videoclip di Eminenza parda (pardo è l’etnia che si forma quando un mulatto ed un bianco hanno un figlio) è molto bello ed esaustivo. Tratta di una famiglia nera in cui la figlia maggiore riesce a conseguire una laurea e la famiglia decide di festeggiare in un ristorante di lusso. Ristorante in cui però la maggior parte della clientela è bianca, li guarda male e addirittura c’è chi comincia ad andarsene via indignato.

Un topdog bianco ti perseguita e l’underdog del nero come schiavo in una forma di auto xenofobia e di razzismo interiorizzato che molti afrobrasiliani e non solo hanno appunto portato con sé stessi, la vergogna di essere neri, il fatto di non sentirsi mai abbastanza, è sempre lì silente ma presente.

Lei ha voluto farsi chiamare morena

Che questo camuffa l’abisso tra sé

E l’umanità piena…

Il terzo episodio del podcast ci porta appunto a ad avere un rapporto, a prendere contatto con queste due polarità l’underdog e del topdog ed avere compassione con se stessi, non ascoltare né uno né l’altro ma condividere la passione, condividere il momento con se stessi, smettendo di giudicarlo e di giudicarsi.

Riconnettendosi con quello che è un concetto che è molto caro alla psicologia, in quanto la parola greca da cui viene psiche significa proprio “anima”.

Ritornare all’anima delle cose l’anima, non intesa in un senso metafisico, ma intesa proprio in quel senso di ambiguità che può lasciare. Non è un termine scientifico e condiviso da tutti, non è un termine che per tutti ha lo stesso significato. Ma è proprio lì la compassione, è permettersi di andare dove appunto non c’è giudizio.

Prenditi quell’anima, prenditi quello che sei come persona, senza giudicarla, senza perseguitarla con razionalizzazioni che hanno il sapore di un censimento della realtà e senza vittimizzarla, per il suo non essere ideale.

Ismaila: suicidio narcisistico

Nel quarto ed ultimo episodio del podcast, Emicida inizia parlando proprio della retroflessione e di quelle volte in cui hai o non hai fatto qualcosa che volevi fare soltanto perché non ci si aspettava che lo facessi o non credevi di poter essere all’altezza di farla.

La traccia “9inha” ( l’espressione novinha di solito indica una ragazza molto giovane, quasi bambina, ma qua con il numero 9 fa riferimento ad un tipo di pistola di nome 9mm) parla di una prima esperienza (sessuale e criminale) durante l’adolescenza e descrive chiaramente la sensazione di imbarazzo, la paura per quello che si sta andando a provare, la paura di sbagliare e di non essere all’altezza e tutti gli introietti che ci possono essere.

C’è anche la pressione poi di doverlo fare per dimostrare qualcosa o di non potersi ritirare da quella situazione. Il piacere, il potere di un ragazzo di una favela costretto a commettere il suo primo omicidio.

Quando si parla della prima volta del sangue, dell’imene che si rompe e il sangue sul letto come dopo un omicidio.

Un gesto che il ragazzo è costretto a compiere per uscire da uno stallo: da un lato quello dell’esplorazione del corpo altrui e dall’altro la ribellione contro una condizione avvilente.

La gestalt insiste molto sulla differenza tra agito espressione ed in questo caso la biforcazione del significato della canzone potrebbe esserne un valido esempio.

Da un lato abbiamo un acting out che agisce l’aggressività e la rabbia sotto forma di violenza finalizzata a prendersi ciò che si vuole e che per altri è dato per scontato. D’altro abbiamo il più naturale degli atti umani, quello tramite cui nasciamo e che in quanto animali che amano complicarsi la soddisfazione dei propri bisogni, si porta con sé un container di ansie, paure, sensi di colpa ed altre resistenze.

In Ismaila, la traccia successiva, che suona quasi come un prequel del battesimo del sangue di 9inha, all’artista dà il meglio di sé.

C’è un proverbio che dice che il secondo soldato ad entrare in battaglia è sempre quello più coraggioso, perché sa già quello che lo aspetta e nonostante questo va avanti lo stesso.

Le aspettative sulle conseguenze già in età neonatale, possono gettare le basi per l’intera organizzazione della psiche di un individuo e quando, come nel caso di individui che crescono in ambienti con gravi carenze sociali, i bisogni non trovano alcun modo per essere soddisfatti, la retroflessione su altro e l’introiezione di dogmi sociali e false credenze affiorano copiosamente.

Ismaila parla di una vecchia leggenda in cui una donna è affascinantissima dalla luna e dal suo riflesso sul mare, tanto da camminare su una scogliera per andare a prenderla. Non si accorge che la terra sotto i suoi piedi viene a mancare ed avviene una divisione: il suo corpo finisce in mare e la sua anima finisce in cielo.

Una separazione, una biforcazione che è la più bella metafora di quella che è la maggiore difficoltà che attraversa chi viene da contesti per cui non è previsto un posto a sedere nel benessere. Con il riferimento al mito greco di Icaro, Ismaila si suicida senza rendersi conto di suicidarsi.

Mi sono guardata allo specchio

e Icaro mi ha sfidato

Non volare così vicino al sole

loro non vogliono vederti libero

Immagina vederti re

la brava gente vuole vederti drogato

Per poi dire “lo avevo detto”

La canzone però fondamentalmente tratta anche della condizione dei neri in Brasile. Ancora molto limitata e ancora, come nel caso per esempio di George Floyd, una vita tolta in condizioni di codardia gigantesca da parte di chi detiene il potere, in un rapporto con la morte molto stretto.

Consapevolezza fondamentale anche per Heidegger, per cui conferisce all’uomo una limitatezza, una risoluzione che fa sì che noi siamo costretti a compiere questo suicidio per poter andare avanti per poter evolvere. L’alternativa è la retroflessione e l’introiezione.

L’essere per la morte del filosofo tedesco, la prima nobile verità del buddismo, ovvero che la vita sia dolore e la seconda che afferma che il dolore venga dal desiderio, sottendono un messaggio sottile molto importante: stare con..

Stare con il dolore e con la morte, significano essere in contatto con le stesse e tornando al concetto di Principia, ogni contatto ci cambia profondamente.

Ismaila, come Icaro, sono in contatto con i loro desideri, con il dolore di non poterli raggiungere e con la possibilità di morire, ma nonostante questo, non si fermano.

La più grande limitazione del soggetto della canzone è in quella condizione chiamata razzismo strutturale, secondo cui la società non è abituata a vedere un nero occupando una posizione sociale elevata.

L’individuo, come per Perls, si trova da una parte ad introiettare la nevrosi collettiva o ad assumere quella individuale, trovandosi davanti ad un bivio sul cambiamento da apporre: alloplastico o autoplastico.

Il coraggio non è l’assenza di paura ed è esattamente di questo coraggio che parla il podcast.

Il poeta Sergio Vaz8, intervistato nel podcast, afferma che sebbene la società ponga la sua classe nella periferia dell’esistenza, aspettando come un cane che cada qualche briciola del tavolo dei privilegiati, la letteratura, l’arte, abbia la capacità di riposizionare gli individui al centro della propria verità narrativa.

Per come la intendo io, è come l’idea di trovarsi davanti ad uno psicoterapeuta che “sappia” come funzioni la tua psiche meglio di te e che per questo possa interpretare i tuoi sogni o restituire una diagnosi, sulla base di una conoscenza esterna che tu non hai i mezzi per acquisire.

L’arte che si muove per via analogica e che non richiede tecnicismi o studi che la rendano appannaggio solo di chi abbia i mezzi per poterla approfondire è come una fenomenologia che ti viene a prendere dove sei per portarti dove vuoi essere ed è al 100% Hip-Hop.

L’album si chiude con la canzone Libre, una collaborazione con due artiste venezuelane, che tratta di questa libertà acquisita che però ricorda da dove viene e dove sta andando. L’individuo che raccoglie il suo sostegno interno, il sostegno di sé stesso. Che ha vinto delle battaglie molto più difficili di chi si trova già lì.

L’ultimo episodio del podcast si basa sul rapporto tra il coraggio e il cuore. In questo senso usare il cuore, affrontare una situazione dolorosa e uscirne più forte di prima, uscire andando avanti, mettersi in gioco.

Il cuore e il coraggio che ci servono per compierlo quel sacrificio narcisistico, quel suicidio narcisistico che è necessario per il fluire della personalità, il fluire dell’io, nonostante i persecutori e le vittime.

Perché alla fine tutto è un dialogo tra sé e il proprio mondo.

Ma poi alla fine questa canzone mi sa che più che d’amore parli del senso di colpa di essere felici.. E allora concludo da rapper con la frase ha effetto in rima …E caro Willy, tieniti forte, tento il capovolgimento. La felicità non è mai un furto, piuttosto è un bel risarcimento…9

Pace e corpo

Chiarezza e mente

Compassione e anima

Coraggio e cuorei

 

1 Perls-L’io, la fame e l’aggressività

2 Cartesio: filofosofo francese

3 Emicida, Majur e Pablo Vittar-Amarelo

4 Emicida- Amarelo- prisma

5 Claudio Naranjo: Atteggiamento e prassi nella terapia gestaltica

6 Husserl: idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica

7 Ekhart Tolle: un nuovo mondo

8 Sergio Vaz: poeta brasiliano

9 Emanuela Fanelli nell’album del rapper italiano Willy Peyote

i Claudio, Naranjo atteggiamento e prassi nella teoria gestaltica, PGreco edizioni,2016 Milano

Perls, l’io la fame e l’aggressività , Franco Angeli,1995

Heidegger, Essere é tempo, mondadori, Milano 2001

Husserl, idee per una fenomenologia e per una filosofia fenomenologica, Einaudi, Torino 2002

Sartre, Essere e nulla , Gallimard, Parigi 1943
Emicida,il resto è storia https://www.netflix.com/it/title/81306298?s=a&trkid=13747225&trg=cp&vlang=it&clip=81319091
Emicida
,amarelo prisma- https://youtube.com/playlist?list=PL_N6VL1gm0aJ3z35IScHEkjLLh_24xk3A
Emicida,
amarelo https://youtube.com/playlist?list=PL_N6VL1gm0aLlr0HQ6yl2lRXdSfuxMt-s,
Enrico Berti e Franco volpi, Storia della filosofia dall’antichità ad oggi,Laterza editore 2007

Kwame Anthony Appiah, “quell’x tale che..”,Laterza editore, 2009

Adriana Lis, Silvio Stella e Giulio Cesare Zavattini,manuale di psicodinamica, il mulino,1999
Leopardi
, l’infinito, Recanati, 1818-1819.
Ekhart Tolle,un nuovo mondo, mondadori
Facção Central censura https://youtu.be/yvpt_wx_gtQ

Please cite this article as: Leonardo Pereira Liberati (2023) Olismo:L’arte di Emicida. Formazione IN Psicoterapia, Counselling, Fenomenologia. https://rivista.igf-gestalt.it/rivista/numero-46/olismo-arte-di-emicida/

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