La Rivista on-line dell'Istituto Gestalt Firenze Blog

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Etica, Deontologia e Psicoterapia della Gestalt

26/01/2012 – Quali sono i valori ai quali, in quanto gestaltisti, ci richiamiamo nella nostra pratica professionale?
In Gestalt si parte dall’assunto che ogni relazione ed ogni rapporto si fonda sul contatto.
Non esistono esseri umani isolati, ogni individuo non può essere separato dal contesto in cui è immerso, senza alcuna eccezione né in termini spaziali, né in termini temporali, né in termini relazionali.

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Gestalt e Spiritualità

18/01/2012 – In Gestalt il lavoro psicoterapeutico sugli aspetti emozionali è considerato il fondamento di ogni ben-essere.
Esso non può prescindere da quell’aspetto della realtà umana che chiamiamo spiritualità.

La parola psicologia, infatti, viene dal greco ed è composta da psich, che possiamo tradurre con“anima”, e logos traducibile con “discorso”, “argomentazioni su”.

Questo articolo propone un particolare modo di intendere la parola “anima” che ho trovato utile nella professione, sia come psicoterapeuta sia come supervisore-didatta di psicoterapeuti che si formano secondo il modello gestaltico.

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La Relazione d’Aiuto: Pratica, Etica e Vincoli

12/12/2011 – Codici, norme legislative ed amministrative, povertà delle risorse costituiscono il contesto dato e quindi i vincoli dell’agire di ogni operatore. Ma la parola ‘vincolo’ non ha solo significato negativo. Il ‘vincolo’, in quanto limite, è costitutivo dell’esistenza stessa che contestualizzandosi permette all’individuo di muoversi nello spazio e nel tempo assumendosi la responsabilità di scelte e comportamenti, sperimentando e sviluppando il gusto etico.

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Diventare Psicoterapeuti: Formazione Teorico-Pratica o Percorso di Iniziazione?

3/10/2011 – Presso l’Istituto Gestalt Firenze la formazione in Psicoterapia è considerata un continuum: dal momento in cui l’allievo sceglie l’indirizzo e la specifica Scuola, sino al diploma di specializzazione ed oltre.

Il programma teorico, l’addestramento pratico e la psicoterapia personale acquistano valore in quanto momenti d’incontro con i didatti che accompagnano la persona in un ‘percorso di iniziazione’ attraverso la loro presenza ed il loro esistere in relazione con l’allievo.

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L’altro nel pensiero di Hanna Arendt

Hannah Arendt si può definire come “la pensatrice per eccellenza della diversità”. Ogni soggetto vale nella sua propria diversità, attraverso questa diversità si mette in comunicazione col prossimo e col prossimo intreccia un confronto a partire dalla propria singola soggettività. Questa è l’idea di mondo di Hannah Arendt e da questo punto di vista il termine alterità perde la sua forza dirompente ed anche la propria ambiguità di fondo: quella di pensare a un io come a “un soggetto forte che si apre e accetta l’altro”. L’invito è invece a pensarci tutti in una condizione universale di alterità.

Hannah Arendt can be defined as “the thinker par excellence of diversity”. Every subject is valid in its own diversity, through this diversity it puts itself in communication with the neighbor and with the neighbor intertwines a comparison starting from its own individual subjectivity. This is Hannah Arendt’s idea of ​​the world and from this point of view the term alterity loses its disruptive force and also its basic ambiguity: to think of an “I” as a “strong subject that opens and accepts the other”. The invitation is instead to think of us all in a universal condition of otherness.

Keywords: alterità, altro, rapporti interpersonali