GESTALT IN VERSI – Quarta uscita
Chiara Martellucci è Psicologa psicoterapeuta della Gestalt, lavora nel privato con giovani e adulti e si occupa di comunicazione nelle scuole per bambini e ragazzi con disabilità sensoriali. Inoltre è educatrice in progetti di riabilitazione rivolti ad adolescenti ed adulti
Chiara ci racconta che la poesia permette di dar vita a quel sentire che non si può spiegare, che si posa sul filo delle vibrazioni delle emozioni, dando vita ad immagini che scaldano il cuore e che vanno oltre la realtà concreta e tangibile.
Per lei la poesia si avvicina al caro e percettibile invisibile. Dice di lei : “la vibrazione e le emozioni ci sono ma non si vedono, possiamo solo sentirle. la poesia é la possibilità di dargli una qualche forma di vita”.
In questa poesia che condivide con noi, Chiara ci porta a guardare con sguardi che mimano un ballo, a volte timido, a volte seducente, altre silenzioso. Sono sguardi tesi verso l’altro, l’altrove, dentro e fuori di noi. Sguardi che ci portiamo da lontano e che possiamo riscoprire nel qui ed ora dell’incontro con l’altro. Uno sguardo, come la poesia evoca, può essere fuggente, rapido, sensuale, o congelarsi. La danza libera di accoglierlo può invitarci a continuare a guardare, sentire e conoscere… me e te.
Con lo sguardo
Faccio incontri
Toccata e fuga.
Intensi.
Incontro di gatto
Incontro di madre
Incontro di dolore
Incontro di eccitazione
Incontro di ghiaccio.
Con lo sguardo
Dei miei ricordi
Incontro persone lontane
Incontro abbracci
Incontro baci
Incontro te
In tutti questi incontri
Incontro anche me.
– Chiara Martellucci –
Melissa è insegnante di scuola dell’infanzia, laureata in scienze della formazione primaria.
La poesia per Melissa è ispirata dai momenti di sofferenza, dove il contatto con il dolore rende possibile il fare poesia e la parole stesse ne permettono il sentire. Dice di lei “ Poesia è rivelare una ferita e allo stesso tempo curarla”.
La poesia che ci dona ricorda come il fare poetico può svelare il non detto, lasciando ogni effetto libero di disegnare risonanze, di sfiorare un confine e vibrare sotto la pelle, col suo nascere così soggettivo che tuttavia restituisce un senso di comune appartenenza. La voce di ciò che spesso non possiamo dire ma sentire, nei suoi silenzi, nella sua clandestinità, nel suo incontro col limite, si rivela a noi nell’espressione creativa schiarendo l’orizzonte.
La libertà d’amare, che in Melissa si fa poesia, ha quel sapore intimo eppure così collettivo, quel permesso di amare ognuno a modo suo. Poco conta aspettarsi lo stesso sogno dall’altro, poco conta l’incontro fisico e permesso. L’amore si fa immagine, desiderio e si fa nudo quando si prova, anche vergognosamente, silenziosamente, mentre ci accompagna e a volte acceca, mentre è scomodo e mentre lo ascoltiamo. Comunque.
T’amo oscuramente
T’amo nel silenzio
Parlo con te anima mia nel buio di una notte senza stelle
T’amo come una vergogna
Come una risata soffocata
Come un segreto di bimbi
T’amo tra me e me come il sottofondo di una radio
Come il sole negli occhi
T’amo e ti parlo piano
Dentro un cuscino di chiodi
– Melissa Alonge –
Ringrazio di cuore le autrici di queste poesie, così coraggiose nel loro espandersi fuori dalla carta privata.
Immonda morale spenta
sotto le ceneri dei passi frettolosa bruci
non posso gettarti né incenerirti
gridarti ancora
a te preferisco una svelta tachicardia
su un velluto illegittimo
potere dorato a te
una bugia silenziosa e ti faccio tempo
tardo l’attimo
ora è solo ora
l’ultimo minuto sotto l’acqua corrente
– Betti De Stefano Silvestri –
Di me: “Forse quando si diventa più densi, della poesia amiamo anche le rughe, fatele nascere e lasciatele in pace”.
Ci rivediamo alla prossima uscita, augurandoci di incontrare altra poesia su questo cammino così intimo universale.
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